Associazione ADQ

progetto

Il nostro motto

Un’utopia possibile Un sogno, un’idea, un progetto

demolizioni auto

Chi siamo

Se è vero che le parole più belle sono le azioni, ADQ proverà a fare in modo che le cose accadano.

ADQ – Associazione Nazionale Autodemolitori Di Qualità – nasce dalla volontà di generare un nuovo senso all’interno del mestiere di autodemolitore attraverso tre parole che guideranno tutte le nostre azioni: Ambiente-Cura-Innovazione.

Come tutti i progetti che mirano a creare qualcosa che ancora non c’è, anche noi siamo partiti da alcune domande, molte di queste scomode. Eccone alcune.

  • Qual e’ il senso di un mestiere se, al di fuori delle quattro mura delle singole aziende, nessuno lo valorizza?
  • Quanto e’ importante per ognuno di noi essere riconsciuti e valorizzati per il lavoro che si fa?
  • Come veniamo percepiti, riconosciuti e guardati dal mondo esterno, dalla societa’?
  • Quanto questo modo di essere guardati dipende dalle nostre azioni?
  • Quali relazioni ci sono tra il nostro mestiere e le azioni che decidiamo di fare (o non fare) per la cura e la sostenibilita’ ambientale?
  • Cosa puo’ insegnare un mestiere come il nostro sul riusco delle merci e dei beni?
  • Chi e’ il nostro cliente finale e come lo curiamo?
  • Qual e’ il senso di un mestiere se, al di fuori delle quattro mura delle singole aziende, nessuno lo valorizza?
  • Quanto e’ importante per ognuno di noi essere riconsciuti e valorizzati per il lavoro che si fa?
  • Come veniamo percepiti, riconosciuti e guardati dal mondo esterno, dalla societa’?
  • Quanto questo modo di essere guardati dipende dalle nostre azioni?
  • Quali relazioni ci sono tra il nostro mestiere e le azioni che decidiamo di fare (o non fare) per la cura e la sostenibilita’ ambientale?
  • Cosa puo’ insegnare un mestiere come il nostro sul riusco delle merci e dei beni?
  • Chi e’ il nostro cliente finale e come lo curiamo?

Un po’ forse per difesa, un po’ forse per paura, abbiamo sempre pensato che gli impedimenti ad agire in questa direzione fossero causati da “un nemico là fuori”.

ADQ nasce con la volontà di invertire questa rotta, generando un nuovo senso del mestiere dell’Autodemolitore: la consapevolezza di avere tra le mani un piccolo diamante che – forse noi per primi – stiamo trattando come un sassolino. Non possiamo trasmettere e far conoscere la bellezza e l’importanza del nostro mestiere se siamo noi i primi a non crederci. ADQ mette, dunque, al centro la possibilità di generare un cambiamento, parola semplice da pronunciare, ma molto difficile da attuare.

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Sappiamo, ad esempio, che di fronte alla possibilità di cambiare un gesto, una pratica, un’idea, una teoria, più dell’80% degli esseri umani decide di non cambiare. E anche quando scopriamo che non cambiare il nostro gesto, la nostra pratica, la nostra idea rischia di generare un problema in noi o nell’altro, nella nostra azienda, o perché no danni all’ambiente, più dell’80% di noi decide ancora di non cambiare. Solo il rimanente 20% inizia a riflettere sulla possibilità di cambiare quel gesto, contagiando gli altri. Chi come ADQ decide di lavorare con e per i processi di cambiamento sa bene che lavorerà con una minoranza attiva che inizierà a muoversi e che, forse, se tutto va bene, inizierà a contagiare piano piano gli altri.

Se è vero che esistono autodemolitori che hanno sviluppato una cultura del lavoro e del servizio centrata esclusivamente sul proprio interesse, dimenticando che nella logica del servizio di qualità solo se fai l’interesse dell’altro (ossia del cliente finale) potrai fare il tuo, è anche vero che esistono altri autodemolitori che tutto questo lo hanno capito (o lo stanno capendo) e si stanno muovendo, millimetro per millimetro, a proprie spese e con grande fatica, per offrire un servizio diverso, che metta al centro il cliente.
ADQ, partendo da questa cornice, si è posta l’obiettivo di creare qualcosa che ancora non c’è attraverso azioni reali, concrete e visibili.

Quali le azioni che proveremo a fare?

Selezionare: tutti i lavori si possono fare in molti modi, ma fondamentalmente in due: o bene o male. Come tutte le scelte Il vero problema è decidere da quale parte stare, consapevoli che lavorare bene richiede fatica, sforzo ed energia. Se il nostro obiettivo come lavoratori è ottenere il massimo con il minimo sforzo, ADQ non è il posto ideale in cui stare. ADQ NON mira alla rappresentanza e alla difesa a spada tratta e a tutti i costi dell’intera categoria di autodemolitori o dei propri associati, quanto piuttosto alla creazione di una filiera di “qualità” che, partendo da una minoranza attiva, concenti i propri sforzi nel (non semplice) obiettivo di contagiare e sensibilizzare la categoria rispetto alle responsabilità sociali e ambientali che ha.

Consapevoli che ognuno di noi attribuisce alla parola “qualità” diversi significati e, quindi, diverse azioni, ADQ ha deciso di darle un confine ben preciso:

Qualità e cura in questa prospettiva sono da intendersi come sinonimi. Saremo in grado di svolgere un lavoro di qualità solo se saremo in grado di mettere al centro l’altro, ossia il nostro cliente finale. Ma forse prima di fare questo dobbiamo condividere assieme chi è il nostro cliente finale: è il meccanico o il privato che acquista il nostro ricambio? È il mulino che acquista il nostro ferro? Forse il nostro cliente finale è anche l’ambiente che ci accoglie, il dipendente che ho assunto, il bambino che guardandoci scomporre e ridare vita ad un’oggetto comprende il valore di questo gesto. E chissà quanti ancora. Allora, un gesto di cura possibile è uscire dal centro e lasciare quel posto all’altro, al nostro cliente finale.

Porre attenzione e concentrare tutte le decisioni e le azioni interne alle nostre singole aziende mantenendo al centro il valore e il peso di queste due parole. Se non mettiamo al centro del nostro mestiere un obiettivo più alto del semplice scomporre auto, il rischio di perdere il senso di quello che facciamo è alto, e forse in parte lo stiamo già perdendo.

creazione di spazi di confronto e formazione in grado generare innovazione continua grazie alla crescita delle persone e alla generazione di nuove idee. Come in molti altri settori anche nel nostro prevale una cultura dell’isolamento, della non collaborazione. Presi dalle mille cose da fare e con la scusa delle mille cose da fare, spesso ci siamo dimenticati che da soli non andiamo da nessuna parte. Sono pochi i momenti di scambio realmente partecipato, in cui riusciamo (attraverso il dialogo tra noi e con i diversi attori della filiera) a portare alla luce le problematiche comuni traducendole in progetti condivisi. Oltre che su tematiche relative a questioni di sicurezza sul lavoro, o certificazioni ambientali, ADQ proporrà momenti e spazi seminariali dedicati al lavoro dell’autodemolitore, allo sviluppo di competenze manageriali e imprenditoriali, al valore che potrebbe avere questo mestiere all’interno dell’economia circolare.

Presentati da ADQ in collaborazione con le scuole che vorranno aderire per inserire all’interno dei propri programmi educativi tematiche ambientali, quali ad esempio il valore del riuso delle merci. Oltre che demolire auto potremmo diventare bravi maestri.

Con associazioni, aziende, centri di ricerca in ambito tecnologico e sociale con l’obiettivo di individuare spazi d’innovazione possibile, in termini di mercato, di clienti e di processi.

Queste sono solo alcune delle attività e dei progetti che ADQ
si propone di attivare.

Chiunque voglia partecipare con idee, proposte e iniziative può contattarci.

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Alcune condizioni necessarie al cambiamento

Come tutti i processi di cambiamento e innovazione anche in questo caso esistono alcune condizioni che potranno favorire o, al contrario, ostacolare questo nuovo progetto:

Ovviamente la prima condizione chiama in causa la disponibilità della categoria degli autodemolitori, o parte di essa, di metterci del proprio, di assumersi delle responsabilità e portarle avanti fino in fondo. Ossia, iniziare a cambiare idea rispetto al senso del proprio mestiere e all’importanza che questo ha per la società, per l’ambiente e per il territorio che li ospita. Tutto questo alcuni demolitori lo stanno già facendo.

Ma coinvolgere i demolitori non basta, la seconda condizione è non rimanere soli. Come ci dicono tutti gli studi sui processi collaborativi, da soli non si va da nessuna parte. E il senso di solitudine potrà manifestarsi in diversi modi: ad esempio trattando una parte del sistema come fosse il tutto. Se è vero che esiste l’autodemolitore che lavora male, ma questo vale in tutti i settori, dal medico all’insegnante, dall’artigiano al giornalista, è anche vero che esistono autodemolitori che da tempo stanno provando a lavorare con qualità, mettendo la testa in ciò che fanno e, in diversi casi, con ottimi risultati. Confondere, ossia fondere insieme, queste due modalità così diverse tra loro non solo non è eticamente corretto, ma rischia di fare il gioco di chi in questo processo di cambiamento non vuole entrare. Insomma fosse anche solo uno quell’insegnante che lavora bene, mettendo al centro la crescita e l’autonomia dei propri allievi, dovremmo riconoscerlo e valorizzarlo. Non lasciarlo solo.

È importante creare un ecosistema che si muova in unica direzione secondo valori condivisi, altrimenti i movimenti e le azioni del singolo rischiano di disperdersi. Se come autodemolitore investo tempo, risorse e soldi per fare meglio il mio lavoro e poi scopro che in rete molti vendono ricambi non consentiti dalla legge, il rischio di perdere il senso e il valore di queste mie faticose azioni aumenta. E ancora, se si consente a chi poi ripara l’auto con il ricambio proveniente dall’autodemolizione di non scrivere in fattura la provenienza, rischiamo di perdere la rotta e di vanificare qualsiasi tipo di sforzo. C’è chi pubblicizza l’acquisto di auto con fermo amministrativo, chi esporta l’auto da demolire in altri paesi pur non potendolo fare. Ci sono case costruttrici che, notizia di questi giorni, utilizzano cavie animali e umane per testare la nocività dei gas di scarico…ecc eccc., e di gesti di questo tipo ne troviamo diversi e sono tutti qui davanti a noi. Insomma per evitare il senso di solitudine è necessario che tutti inizino a fare la propria parte, con responsabilità, non dimenticando che responsabilità prima di essere una parola, è un gesto. (Essere responsabili vuol dire rispondere di sé all’altro).

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